Salute in viaggio. Ecco la mappa delle zone sicure e non

Sono più di 10 milioni gli italiani che vanno ogni anno all'estero e, anche se la Francia è ancora la meta preferita, i Paesi un tempo esotici sono ora più a portata di volo e di portafoglio. Tra le mete "lontane" preferite: l'Egitto, che attira oltre il 6% degli italiani in vacanza, poi Messico, Brasile, Cuba, Santo Domingo e Maldive (2% di turisti italiani ciascuno). Visto che questo è il momento in cui si prenotano i viaggi, prima di prendere una decisione val la pena di pensare al rischio sanitario, anche perchè la mappa delle zone «calde» riserva sorprese. «Anche se è vero che il rischio più frequente, in un viaggio "esotico", è di ritrovarsi con la diarrea del viaggiatore, ci sono altri pericoli da considerare non per la loro frequenza ma per la gravità» sottolinea Walter Pasini, direttore del Centro collaboratore Oms per la medicina del turismo. E al "borsino sanitario" ci sono Paesi che salgono e Paesi che scendono. Cattive notizie dal Brasile: la febbre Degue proprio in queste ore sta facendo registare 2mila casi di infezione al giorno e dall'inizio del 2008 ci sono già stati 30 morti.

Per la Dengue, assai diffusa anche in Paraguay, non c'è vaccino e la forma emorragica può essere fatale. «In Brasile e in Paraguay — dice Pasini — è presente pure la febbre gialla, non solo nelle zone interne ma anche nelle grandi città. Le zanzare, serbatoio del virus, vivono nelle foreste e pungono i locali, ma gli uomini infettati, trasferendosi nelle megalopoli, portano con loro la malattia che viene poi trasmesse alle zanzare "cittadine". Lo stesso meccanismo si verifica nella trasmissione della febbre Dengue, che colpisce anche il Sud-Est asiatico». «Il Kenia — continua Pasini — ha visto diffondersi un'epidemia di febbre della Valle del Rift, per la quale non ci sono nè cure, nè vaccinazioni e che può essere anche fatale. L'unica difesa da questa malattia, assai diffusa anche in Sudan, consiste nella protezione dalle zanzare che "trasportano" il virus dall'animale all'uomo». «In Egitto, dove la malaria è ormai un rischio assai limitato tanto che non si consiglia più una profilassi anti-infezione, ma dove è emerso un nuovo pericolo: l'influenza aviaria. «I casi che si sono verificati sono diverse decine, — puntualizza Pasini — e il rischio non va sottavalutato, specie se si va nell'interno, anche perchè i turisti non si limitano alle grandi città. Il passaggio da uomo a uomo di questa malattia, che la renderebbe molto più contagiosa rispetto al passaggio del virus da animale a uomo, non è da escludere. Si sa di casi in Indonesia avvenuti tra gruppi familiari ristretti ». «Altro Paese da citare, è la Nigeria, dove la campagna dell'Oms contro la poliomielite sta fallendo, perchè è diffusa la superstizione che la vaccinazione renda impotenti».

Ma gli italiani sono vaccinati? «La protezione non è eterna, gli adulti che vanno in zone a rischio di poliomielite devono fare un richiamo».
Dalla cattive, alle buone notizie. «L'India è un Paese meno rischioso di quanto si pensi. Nonostante sopravvivano malattie storiche come la rabbia, la lebbra (che però è decisamente poco contagiosa) e ci sia stata una ripresa di Dengue e di febbre Chikungunya (tristemente famosa dopo che ha colpito nell'estate scorsa anche nel Ravennate), si stanno facendo molti sforzi e ci sono strutture sanitarie di buon livello. Più sicuri di quanto si pensi, anche alcuni piccoli Paesi africani, come il Ghana, il Gambia, il Gabon, il Botswana ma anche la Namibia, dove la stabilità politica garantisce anche una certa continuità dei programmi sanitari. In tutti questi Paesi il vero problema è l'Hiv che arriva a colpire, come del resto in buona parte dell'Africa, il 25% della popolazione. Ma non è difficile tutelarsi ». E ai Caraibi? «A Cuba — risponde Pasini — si sono avute epidemie di Dengue, ma l'ultima "seria" è del 2006. In generale, definirei i Caraibi mete abbastanza sicure. E sicure sono ora pure Mauritius e Madagascar dove nel 2005 e nel 2006 erano state segnalate Dengue e Chikungunya. D'altronde le epidemie hanno un andamento "a campana" che dopo aver raggiunto il picco scende».». E la Cina? «I casi di aviaria potrebbero essere stati più di quelli dichiarati, le grandi città dovrebbero però essere sicure, ma sono fortemente inquinate. Il che significa rischi respiratori e di tipo allergico».

(Corriere)

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